Aprile dolce dormire, maggio vai adagio: proverbi o verità?
Si sa la primavera è una delle stagioni più attese e amate, soprattutto dopo l'inverno così lungo e perché l'estate è sempre più vicina.
Benché l'entusiasmo non manchi, spesso ci si trova d'accordo con gli antichi proverbi che riguardano i mesi primaverili: scopriamoli meglio insieme.
Indice:
• Aprile dolce dormire: origine e significato
•Maggio vai adagio: da dove deriva e perché
•Poesie di primavera
Aprile dolce dormire: origine e significato
“Aprile, dolce dormire” è un antico proverbio popolare che fa riferimento all’arrivo del mese di aprile e in particolare della primavera: questo specifico periodo dell’anno, con i primi caldi, induce una sorta di senso di stanchezza causata dal suo tepore. Quante volte vi siete trovati a voler dormire ad ogni ora del giorno e ad avvertire quel bisogno di sdraiarsi al sole? Beh, come darci torto, dopo un lungo inverno, il desiderio di godersi delle belle giornate di sole e relax é sempre molto forte.
Inoltre secondo alcuni studi, nel mese di aprile l’organismo si riattiva: dopo il freddo dell’inverno, con la primavera cambiano il metabolismo e l’orologio biologico, modificando anche i ritmi vitali.
Le giornate si allungano ed il bel tempo invoglia a fare maggior attività fisica, soprattutto in vista dell'estate in arrivo, e questo aumenta il bisogno di riposare per la stanchezza accumulata durante il giorno.
Maggio vai adagio: da dove deriva e perché
Nella credenza popolare, in cui si trova anche il proverbio "aprile non ti scoprire", a seguire c'é il detto "maggio
vai adagio" nel senso di alleggerire i propri indumenti con cautela per l'imprevedibilità del meteo. In questo mese, è vero, le belle giornate aumentano e le temperature salgono, soprattutto nelle ore centrali della giornata. Magari abbiamo anche riposto nell’armadio abiti pesanti, cappotti e maglioni, e non si vede l’ora di indossare capi più leggeri.
Potremmo quindi dire che il proverbio "maggio vai adagio" intenda proprio di andare cauti con il cambio di stagione e tenere sempre a portata di mano un blazer o giubbotto leggero.
Esistono proverbi e filastrocche per ogni mese dell'anno, e solitamente sono tutti legati tra loro per quanto riguarda il meteo ed i cambiamenti delle abitudini e attitudini ad esempio:
Giugno, "giugno allarga il pugno" , con cui si intende che ci si può liberare finalmente dei vestiti pesanti.
Luglio, "a luglio gran calura, a gennaio gran freddura", mettendo a confronto il grande caldo con il forte freddo invernale del mese di gennaio.
Poesie di Primavera
Una luce c'é in primavera
"Una luce c’è in primavera
non presente nel resto dell’anno
in qualsiasi altra stagione –
Quando marzo è appena arrivato
un colore appare fuori
sui campi solitari
che la scienza non può sorpassare
ma la natura umana sente.
(continua)"
-Emily Dickinson
É primavera
"Il sole batte, con le dita d'oro,
alle finestre.
Uno squittio sottile è sui tetti.
Nell'orto la fontana ricomincia a cantare.
È primavera. La chiesa, in alto, con le croci accese i monti immensi con le cime rosa, le strade bianche con gli sfondi blu. È primavera. È primavera.
Il cielo spiega gli arazzi delle nubi al vento. L'albero gemma. Verzica la terra. Nel cortile la pergola è fiorita. Ai balconi: le donne in vesti chiare. È primavera. È primavera.
Il mare ha un riso azzurro e un brivido di seta."
-Giuseppe Villaroel
Giochi ogni giorno
"Giochi ogni giorno con la luce dell’universo.
Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell’acqua.
Sei più di questa bianca testolina che stringo
come un grappolo tra le mie mani ogni giorno.
A nessuno rassomigli da che ti amo.
Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.
chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?
Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi."
-Pablo Neruda
Filastrocca di primavera per i bambini
"Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno,
più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà qualche violetta:
Oh prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno,
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo."
-Gianni Rodari
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